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giovedì 5 luglio 2012

Come recuperare soldi!



Fabio Febbraio

L’ argomento è quello di grande attualità, dopo l’ inserimento nel linguaggio comune dell’ ennesima cacofonia inglese: “Spending Review”. Di certo i tagli da fare sarebbero tanti, ma lo scopo di quest’ articolo è quello di proporne alcuni. La premessa fondamentale è che per attuare un programma del genere sarebbe necessario di una classe politica meno corrotta e più coraggiosa.
Iniziamo con un argomento a me molto caro, e affrontato già due anni fa: parliamo delle licenze software.
Gli attuali sistemi operativi, pacchetti per ufficio ( programmi di scrittura, fogli di calcolo, presentazioni) utlizzati negli uffici pubblici sono licenziati, ossia è necessario pagare una licenza per poter utilizzare un determinato programma. Esistono però dei software, completamente equivalenti, per i quali non è necessario pagare alcuna licenza, pur offrendo gli stessi servizi. Allora perché non migrare completamente verso queste tecnologie, man mano che scadono le licenze? Laddove è iniziata una sperimentazione e di test, sono stati raggiunti obiettivi economici non secondari: durante il primo anno di utilizzo di software libero, è stato possibile coprire le spese di acquisto di un server, inoltre l’ indipendenza dalla piattaforma fisica di questi prodotti, ha consentito anche risparmi sull’ acquisto di “hardware”.
Ma veniamo a quello che è percepito come lo spreco peggiore: il mantenimento di una casta auto-referenziata,incapace di fornire risultati concreti : la classe politica.
L’ idea sarebbe quella di pagare, una parte degli stipendi, dei Manager Statali e dei Politici, con i famigerati “Titoli di Stato”: si tratterebbe, quindi, di legare all’ andamento dell’ economia nazionale una parte dello stipendio: in questo modo si riuscirebbe a diminuire l’ esposizione dell’ Italia verso investitori mal intenzionati: di fatto si tratterebbe di applicare una percentuale inversa al rendimento dei titoli di stato ( organizzati in un paniere), in maniera inversa. Per quanto riguarda la parte fissa, invece, lo stipendio non dovrebbe superare i 2500 Euro mensili ( netti), e con una ulteriore restante parte variabile dello stipendio legato ai risultati conseguiti dal governo, in termine di povertà nella nazione, disoccupazione, efficienza dei servizi, secondo quanto indicato nel programma elettorale, che dovrà avere, pertanto, una validità legale: è di fatto un contratto che la politica sottoscrive con l’ Italia, e a cui viene legato anche lo stipendio dei parlamentari: se non dovessero essere raggiunti i risultati, o ancora peggio ci si troverebbe di fronte a misure recessive, la parte variabile dello stipendio diventerebbe negativa, erodendo lo stipendio dei parlamentari.
Spesso anche gli Enti locali sono incapaci di razionalizzare le spese. Il problema principale, ad oggi, è rappresentato dalla cattiva comunicazione tra le periferie e il centro, soprattutto in termini di controllo. Una delle soluzioni per tenere sotto controllo determinate spese potrebbe essere rappresentata dall’ informatizzazione di determinate procedure. In sostanza si tratterebbe di far transitare tutte le operazioni contabili dell' ente locale, comprese le gare di appalto, verso il centro, ossia verso il ministero preposto,o verso un’ Autorità indipendente dalla politica, che avrà l' obbligo di controllare se una determinata spesa ( ad esempio cancelleria) è al di sotto del minor prezzo garantito allo Stato, da aziende territorialmente vicine all' ente in questione: sarebbe, cioè, una gara di appalto con un certo numero di concorrenti che giocano a carte scoperte. Se la gara non dovesse dare i risultati sperati, verrà aggiudicata per una certa percentuale di maggioranza alle aziende che giocano a carte scoperte, e parte, invece all' azienda “vincitrice” a carte coperte: in questo modo si garantirebbe una tracciabilità delle spese , senza intaccare lo sviluppo sul territorio.
Ed è proprio il territorio l' entità su cui bisognerebbe puntare, identificando macro-aree , e laddove possibile incentivare una cooperazione tra macro-aree di alcuni prodotti, che vedranno, così, ridotto il costo del trasporto, rendendoli fruibili ad un costo minore, avendo,di conseguenza, circolazione della moneta: questo consentirebbe da una parte garantire un mercato minimo alle aziende, dall' altra parte di fruire di prodotti ad un costo più basso. In questo contesto entrerebbe la riforma del lavoro: essendo il territorio il centro di gravità,sarebbe opportuno inserire il concetto di compartecipazione agli utili: il surplus derivante da questi accordi, verrebbe diviso,secondo criteri identificati dai contratti di II Livello, tra i soci, dove per soci s' intende anche chi lavora presso quella determinata azienda. Questo, chiaramente, significherebbe includere nei consigli di amministrazione una rappresentanza dei lavoratori. In questo modo si creerà maggiore disponibilità di liquidità sul territorio, e quindi una maggiore fruibilità di denaro circolante. Parlando di territorio non si può eludere il ruolo delle banche: andrebbero ,prima di tutto ,divise tra banche finanziarie e le banche di raccolta, andrebbe poi incentivata la trasparenza degl' investimenti: all’ atto dell’ apertura di un CC, o dell’ investimento di una quota di denaro, da parte di un cittadino presso una qualsiasi banca, andrebbero dichiarate e condivise ( nel senso di decisione) tutte le attività nelle quali verranno investite i soldi, e una parte di essi deve risiedere nel territorio ( ad esempio costruzioni di scuole, finanziamento agli ospedali, investimenti in infrastrutture), e un' altra parte dedicate all’ incentivazione della cooperazione con gli atri macro-territori. In sostanza il modello proposto sarebbe quello di tante entità che collaborano tra loro, a seconda dei piani d' investimento proposti dalle entità stesse: stiamo cioè parlando di una granularità delle Istituzioni, che diventerebbero di fatto “frattali”. Tutto questo riporta ad un problema centrale della rappresentatività: Le Istituzioni rappresentative, dovranno esprimere una determinata quota di persone appartenenti a determinate categorie: perché un Operaio, o uno studente non deve avere la possibilità di poter fare Politica? Andrebbe di fatto dedicata una quota denominata” Quota delle Arti e dei Mestieri”.
Il problema di tutto questo è sicuramente da riportare nel controllo: le attuali istituzioni preposte al controllo sono sufficienti, e l' informatizzazione del processo dovrebbe permettere una maggiore velocità nell' individuare determinati illeciti.
Tutto questo non significa non tagliare gli stipendi dei parlamentari, dirigenti statali, e chi più ne ha più ne metta.

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